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3 novembre 2008 - "A chiarimento di quanto riportato su alcuni articoli di stampa si desidera precisare che la Gespi Srl ha sempre posto la massima cura e attenzione in tutte le questioni che riguardano la tutela e la sicurezza dei suoi lavoratori". Arriva a distanza di oltre una settimana la replica dell'azienda, chiamata in causa durante la conferenza stampa della Cgil, riguardo ad alcuni licenziamenti e alla questione sicurezza e salute dei lavoratori. "Negli articoli - fa sapere l'azienda - si riportano tra virgolette alcune frasi attribuite al responsabile provinciale Filt-Cgil Franco NARDI. Tali affermazioni sono prive di ogni fondamento -l'azienda precisa, inoltre, che - ha inteso introdurre volontariamente ed autonomamente delle iniziative in favore della tutela della salute dei lavoratori. In tal senso, sin dal 2003 è operativa una convenzione - con un istituto di Siracusa - al fine di mettere a disposizione dei lavoratori una struttura moderna ed efficiente per sottoporsi a controlli e verifiche di elevato standard qualitativo e per assicurare la più ampia tutela della loro salute, in un'ottica non solo di rispetto degli accertamenti medici previsti da decreto numero 626/94, ma inteso come medicina preventiva, in cui il lavoratore, ovviamente con il suo consenso, viene sottoposto ad un check-up generale e completo". Altro chiarimento dell'azienda riguarda i motivi del licenziamento dei tre lavoratori che, secondo la Cgil, poteva essere dovuto ad "una ritorsione a seguito della richiesta di visite mediche dopo il noto episodio delle fuoriuscite di diossina dall'impianto" e che invece secondo la Gespi "è avvenuto solo ed esclusivamente per riduzione del personale e soppressione del posto di lavoro. In tal senso, il Giudice del lavoro di Siracusa, adito da due dei lavoratori licenziati, ha rigettato la loro domanda di reintegrazione urgente nel posto di lavoro, ritenendo che "nel caso di specie ricorre, in tutta evidenza, l'ipotesi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo" e che anzi è emerso pacificamente nella causa che al lavoratore era stato offerto di transitare alle dipendenze di altra società, proposta rifiutata dall'interessato. Tali ordinanze - conclude l'azienda - emesse da due Giudici del Lavoro differenti ed in tempi diversi, confermano la correttezza dell'operato dell'azienda, al di là di ogni dubbio e smentiscono chiaramente le insinuazioni avanzate dal Franco Nardi".
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