Porto di Augusta - Augusta's port news
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PORTO:GRAVI LACUNE PER SVILUPPO E SICUREZZA




23 ottobre 2008 - Lo scalo megarese "non è in grado di adeguarsi e difar valere il suo valore aggiunto nel panorama del Mediterraneo in vista del traguardo del 2010. Ma allo stesso tempo rischia di diventare "porto franco" per quanto riguarda le norme su sicurezza e legalità. Siamo preoccupati per la mancata applicazione delle norme sulla tutela e sicurezza dei lavoratori alla luce di recenti fatti accaduti presso l'azienda Gespi che gestisce la raccolta rifiuti e l'incenerimento degli stessi". L'accusa arriva dalla Cgil che questa mattina ha incontrato la stampa presso la sezione cittadina. Erano presenti il segretario cittadino Carmelo Lo Turco (a sin nella foto) ,il responsabile provinciale Filt-Cgil Franco Nardi ( al centro) e Gino Cannavà segretario provinciale, Angelo Petracca responsabile comparto marittimi del porto di Augusta, Valeria Tranchina responsabile organizzazione e Franco Bramanti Filt. "Per il porto solo annunciazioni - ha affermato Carmelo Lo Turco - mentre la città assiste impotente al triste primato della dis ha toccato il 26 percento".

Lo sviluppo negato
Il segretario provinciale Cannavà ha puntato il dito contro "il fallimento di un'importante opportunità che rischia di lasciare il porto megarese fuori dai giochi internazionali. A cominciare dalla presa in giro dell'HUB, più volte annunciato". Hub è solo una parola nel caso di Augusta - ha sottolineato Cannavà - i fatti sono diversi. Vorremmo che da Augusta partisse l'indignazione per il fallimento di questa vicenda che ha come oggetto sacrificale il sistema porto. Le navi dei traffici containers, quelli che contano, passano, salutano e vanno via.Se non saranno completate le infrastrutture , se non termina al più presto la querelle sulla presidenza della port authority,tutto il lavoro fatto sino ad oggi sarà vano. Questa classe politica non è riuscita a dare una forte dirigenza. Questi faranno scappare anche l'unica società a capitale misto americano-giapponese che aveva puntato su Punta Cugno, dopo tanti investimenti e tante promesse vane, stanno pensando di lasciare Augusta. Quello che manca - continua Cannavà - è l'interesse della politica per l'autorità portuale. E necessario che la città lanci un forte segnale di indignazione per questo misero spettacolo, magari con una giornata di protesta contro la Regione, i politici locali e la politica in genere che pensa ad altre cose".

Questione sicurezza
"Abbiamo paura che Augusta diventi un "porto franco" per illegalità e sicurezza" .Lo ha sottolineato Franco Nardi che ha anche ricordato che :" nell'agosto dello scorso anno a Punta Cugno si è verificato un grave incidente sul lavoro che ha visto la morte del giovane Benito Romano a causa di gravi mancanze istituzionali di chi doveva vigilare e non lo ha fatto. Ci risulta che neanche l'Asl effettua i necessari controlli sulla sicurezza e la salute sui posti di lavoro, se così non fosse siamo pronti a scusarci. La "commissione territoriale per la prevenzione degli infortuni, igiene e sicurezza del lavoro a bordo" più volte nominata non si è mai riunita a causa di un vuoto istituzionale di quei ministeri che non hanno emanato i decreti attuativi. Questo è gravissimo, così come grave - continua Nardi - è l'atteggiamento di certe aziende come la Gespi che recentemente ha licenziato tre dipendenti , con la scusa della diminuzione di lavoro, ma che in effetti avevano chiesto maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Sono stati puniti ,un segnale per tutti quei lavoratori che alzano la testa e pretendono più controlli. Siamo preoccupati perchè , ancora oggi, non sappiamo quali sono stati gli effetti delle emissioni di diossina causati da un guasto al sistema filtrante dell'inceneritore che è stato fermato per circa un mese. Non ci risulta che i lavoratori siano stati sottoposti a controlli - ha concluso Nardi - Continuaremo a vigilare fino a quando non ci saranno date risposte esaurienti".

Conclusioni
Da anni si assiste a passerelle e convegni, dove del termine inglese HUB ne abusano i politici, di ogni parte e colore, pseudo esperti di strategie portuali e professionisti delle favole, ognuno con un proprio orticello da coltivare. Si è trattato di una evidente forzatura politica, una bugia da dare in pasto all'opinione pubblica e alla stampa, per giustificare la loro attività che oggi, miseramente, naufraga. L'hub è un termine inglese che, molto semplicemente, indica un punto di smistamento intermodale : portuale-ferroviario-stradale. Un sogno per una zona portuale come quella di Punta Cugno che arriva con circa 30 anni di ritardo nel panorama dei traffici containers, con aree commerciali ancora da completare, mentre si sentono proclami su faraonici progetti, nuove banchine e spazi che non hanno le necessarie coperture finanziarie ,nè il tempo per essere realizzate in tempo. Mentre sono evidenti i problemi di security, la mancanza di un circuito doganale definito, gravi carenze di servizi essenziali come acqua, comunicazioni, impianto antincendio, servizi igienici, collegamenti ferroviari e con un sistema stradale, alle spalle, da terzo mondo. Altro che hub, questa è la disfatta totale di una classe dirigente litigiosa e poco incline alla programmazione, intenta ad occupare ogni spazio o poltrona, personalmente o con terze persone, senza rossori. Però guai a far notare queste macroscopiche mancanze. Gianni D'Anna




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