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6 novembre 2006 - “La bonifica la vogliamo, ma pretendiamo che venga riservata l’economia legata al porto di Augusta, alla provincia di Siracusa e all’intera Sicilia. La nostra regione sta vivendo un momento di crisi particolare e non vorremmo che qualcuno con la sua intransigenza dovesse causare una sorte di incidente diplomatico con una regione autonoma”. Tira giù dritto al problema Rosanna Interlandi ,l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, trovandosi faccia a faccia con Gianfranco Mascazzini, direttore generale del ministero Abiente, durante l’incontro che si è tenuto nella tarda mattinata presso la sede dell’Autorità portuale. La riunione era stata convocata di concerto tra la commissione Territorio Ambiente di cui è presidente Giulia Adamo e l’ente portuale presieduto da Giuseppe Spanò. Un tavolo di confronto allargato ai sindaci delle città della vasta rada, al presidente della provincia, alla deputazione regionale del collegio, ai rappresentanti degli industriali, della Camera di commercio, dalla Capitaneria di porto, dell’Arpa sicilia e provinciale. Ma erano presenti anche i componenti del comitato portuale che ospitava l’incontro, i rappresentanti degli operatori portuali e altre categorie che gravitano attorno al mondo portuale. “La riunione odierna – ha detto l’assessore Interlandi- è importante, grazie a tutti presenti. Una proroga ci sembra opportuna, perchè legittima l’iter stesso.Ci sta bene che avvenga la messa in sicurezza della rada con la navigazione e il proseguo delle attività. Le regole devono essere però condivise da tutti in maniera da poter riservare intatta l’economia, non possiamo correre il rischio di trovarci isolati dai traffici marittimi internazionali”. Quello che pare certo è che si tratterà, non solo di una delle più complesse operazioni di bonifica della storia d’Italia, ma anche della più lunga, tant’è che prima di iniziare ha già collezionato una proroga. “La posizione della quarta commissione-ha affermato Giulia Adamo che ha convocato l’incontro- è unitaria, senza divisioni. Quello che chiediamo subito è la revoca del decreto attuale e un tavolo tecnico per delle soluzioni alternative che possa permettere la bonifica e non crei danno all’attività portuale ”. La replica del ministero è pronta e decisa.“Sono qui per ascoltare-ha esordito Mascazzini- ma qui ci sono delle cose molto gravi, fatti conclamati e alcuni procedimenti penali che non lasciano spazi. Tutti sono informati di tutto, è da un anno e mezzo che la situazione è nota in tutta la sua brutalità.Se volete fare proposte alternative o volete impugnare i provvedimenti è nel vostro diritto, noi qua non stiamo contrattando”. Il contrasto è quindi palese tra due diversi modi di intendere l’operatività del porto, ai futuri traffici del porto commerciale che sembrano messi in discussione. “Bisogna fare attenzione-ha detto il presidente della Camera di commercio Ivan Lo Bello- tra situazioni esistente e prospettica, nessuno può far finta di nulla e impedire il decollo di Punta Cugno. Sono emerse alcune obiezioni tecniche al provvedimento che non possono essere igniìorate perchè danneggerebbero l’intero comparto provinciale e regionale dei trasporti”.Mentre per il rappresentante di Assindustria ,Domenico Tringali, è importante chiedere :”quanto tempo e quante risorse saranno necessarie da parte delle industrie fino al traguardo finale, questo è un dato a cui non ci hanno mai risposto”. Per la Port Authority Spanò fa rilevare che:” alcuni importanti suggerimenti del comitato portuale non sono neanche stati presi in considerazione,comunque, di fronte alle malformazioni non è giusto che le navi militari abbiano la precedenza ,in quanto tali, su quelle mercantili”. Gianni D’Anna
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