Porto di Augusta - Augusta's port news
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CEDIMENTO PONTILE ERG, OPERAZIONI BLOCCATE


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25 novembre 2009 - Dopo il cedimento di venerdi scorso di un tratto della parte terminale(vedi immagine a lato, area rossa) del super pontile e il primo provvedimento di interdizione ,emesso dalla Capitaneria, per salvaguardare la sicurezza, arriva il sequestro da parte della Procura di Siracusa che ha aperto un'inchiesta contro ignoti. In queste ore sono al lavoro Guardia costiera, Procura, prefettura, consulenti di parte ed esperti per gli accertamenti di rito, la situazione è tenuta sotto controllo direttamente dal comandante del porto CV Salvatore Gravante e Ugo Rossi Procuratore capo di Siracusa. Il fine principale e di accertare le cause, le responsabilità e salvaguardare la sicurezza di quanti quotidianamente operano ai pontili. Una situazione delicata che , per l'importanza strategica della struttura portuale interessata, potrebbe creare non pochi disagi. Bisognerà capire per quanto tempo si protrarrà il divieto di attracco. A quel pontile infatti ormeggiano tutte le navi che trasportano il greggio da raffinare, fino a quando ci saranno scorte nei depositi Erg prima che si possa fermare la produzione? In secondo piano, ma ugualmente delicata, la situazione del servizio raccolta dei rifiuti liquidi della rada di Augusta. Un servizio regolamentato da una ordinanza su direttive della Comunità europea in tema di salvaguardia dell'ambiente marino. Le navi che approdano, prima di ripartire, devono dichiarare la consistenza delle acque di sentina che hanno a bordo e conferire sulle bettoline i residui oleosi della sentina se questa è piena. Dalle bettoline, che hanno in concessione il servizio, i residui sono conferite alla Erg dove, da venerdi, con il sequestro del pontile, il conferimento da parte delle bettoline è bloccato. Le due società concessionarie che espletano il servizio si dicono "preoccupate se non potranno scaricare le bettoline entro 24 - 36 ore". Gli operatori sperano in una deroga per l'utilizzo del posto 17(vedi immaginea lato, area gialla) , tecnicamente possibile, visto che l'approdo si trova alla radice del pontile e quindi in un'area distante dal tratto crollato oltre 900 metri. La Capitaneria e la Procura, di concerto, stanno lavorando, sin dai primi momenti, per cercare di ridurre al minimo i disagi. Riamangono le polemiche sui tanti incidenti che negli ultimi anni hanno interessato gli impianti industriali "nessun potenziamento delle misure di controllo, informazione, prevenzione ed intervento" come ha affermato Enzo Parisi di Legambiente subito dopo l'evento . Si riparla di effetto domino e di una "paradossale situazione di rischio conclamato e permanente - ha sottolineato Parisi - si vogliano installare nell'area di Augusta / Priolo altri impianti (rigassifigatori, inceneritori e simili) a rischio d'incidente rilevante e - accanto al pontile crollato - si vuole realizzare il terminale di rigassificazione della Erg/Shell". "Adesso ci aspettiamo che vengano effettuare approfondite indagini da parte della magistratura e della commissione Grande Rischi per appurare le cause dei ricorrenti incidenti ed evitare che si ripetano simili avvenimenti. Che sia effettuato un monitoraggio per valutare le condizioni di sicurezza e agibilità di tutte le strutture portuali petrolifere e - conclude Legambiente - che, così come prevede lo spirito e la lettera della dichiarazione di "Area ad elevato rischio di crisi ambientale". Gianni D'Anna

I precedenti della Erg in Italia
Un evento simile è già accaduto nel gennaio 2006 nel porto di Savona dove presso lo stabilimento Erg un pontile cedette per una cinquantina di metri. Per quell'incidente nel maggio di quest'anno si è concluso il processo che ha visto come unico indagato l’ingegnere savonese Ettore C., 46 anni,che è stato condannato con rito abbreviato ad un anno di reclusione, pena sospesa, dal gup Barbara Romano. Nell’ottobre 2004, il tecnico approvò il certificato di collaudo del vecchio pontile, raccomandandone inoltre un costante monitoraggio. In quel caso non è bastata la difesa dell’avvocato che definì il suo assistito “un capro espiatorio”.




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