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Sensori elettronici per sentire i capodogli nel Canale di Sicilia

6 agosto 2013 - Orecchie elettroniche hi-tech stanno catturando i segnali del passaggio dei capodogli a sud est della Sicilia. Questo consentirà agli scienziati di proteggere i cetacei dai rischi dovuti all'attività marittima dell'uomo, calcolando rotte di collisione con navi e l'inquinamento acustico. A 'spiarli' 14 sensori piazzati su una torre che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha calato 80 km a sud est di Capo Passero a 3.500 metri di profondità nello Ionio meridionale.
L’esperimento Km3net che si trova a largo della Sicilia ha catturato i segnali del passaggio dei capodogli in mare aperto. A “spiare” questi cetacei è il più grande e più profondo apparato di ascolto sottomarino cablato del Mediterraneo. I sensori acustici sono infatti “ospitati” su una torre che si alza dal fondale per 450 metri, il primo passo di una distesa di torri che, col progetto internazionale Km3Net di cui l’INFN è parte determinante, cattureranno i neutrini in viaggio dal centro della galassia. Nel marzo del 2013, 14 sensori acustici sono stati installati su una torre che è stata calata a 80 km a sud est di Capo Passero, in Sicilia, a 3500 metri di profondità nello Ionio meridionale. Grazie al progetto MIUR-Futuro in ricerca SMO che coinvolge l’INFN (in primo luogo i Laboratori Nazionali del Sud a Catania), l’INGV, le Università di Roma Sapienza e Roma 3, e di Pavia, Messina e Catania,i sensori acustici che ascoltano le “voci” dei grandi cetacei registrando cinque minuti ogni ora. Ciò consentirà agli scienziati di proteggere questi straordinari cetacei dai rischi dovuti all’attività marittima dell’uomo, calcolando le rotte di collisione con le navi e il grado di inquinamento acustico.
Il progetto utilizza una avanzata tecnologia per lo studio dei Neutrini cosmici di alta energia. Si tratta di un telescopio per neutrini che mira a identificare le sorgenti astrofisiche dei raggi cosmici e dell’antimateria. In generale, permetterà di studiare i fenomeni “esplosivi” dell’universo. Sarà costituito da decine di migliaia di sensori ottici (fotomoltiplicatori), “occhi” elettronici che formeranno un’antenna sottomarina in grado di identificare la scia luminosa prodotta in mare dalle rare interazioni dei neutrini di origine astrofisica con l’acqua. -Ufficio Comunicazione Istituto nazionale fisica nucleare / 2013 © www.harbours.net - Guida a porti e approdi di Sicilia




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