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IMMIGRAZIONE, L'ATTIVITA' DEL GRUPPO DI CONTRASTO




25 gennaio 2009 - Il gruppo interforze contrasto immigrazione clandestina creato ufficialmente nell'ottobre del 2006 dalla procura di Siracusa è unico in Italia. Il pool è composto di quattro magistrati: Antonio Nicastro, Filippo Focardi, Claudia D'Alittoe Marco Bisogni; da sette specialisti provenienti da diverse istituzioni dello Stato, coordinati da Carlo Parini, ex Interpol di Catania, dell'ufficio Polizia di frontiera marittima di Siracusa: Gualtiero Migliorini e Vincenzo Campisi della Marina Militare/Guardia costiera, Antonio Bove della Guardia di Finanza, Antonio Cappuccio dei Carabinieri, Roberto Caia del Corpo forestale e Angelo Milazzo della Polizia municipale. Il gruppo, che rappresenta la punta di diamante delle investigazioni sull'imponente traffico di clandestini, opera su tutto il territorio regionale, in particolare in provincia. Tra i rilevanti successi, nel recente passato, aver sgominato una complessa organizzazione criminale che aveva organizzato il traffico di clandestini cingalesi, attraverso il canale di Suez, poi introdotti in Sicilia e su tutto il territorio nazionale. Il gruppo di contrasto si avvale dell'interprete di lingua araba Abdul Abel Aziz e di una rete d'informatori. Il 2008 si è chiuso con un bilancio ragguardevole che conferma il prezioso lavoro d'intellingence svolta. Sono stati 37 gli sbarchi che hanno interessato località della provincia, 1492 i clandestini sbarcati, 64 persone denunciate e sottoposte a misure cautelari, 23 natanti sequestrati. Lo sbarco più tragico è stato quello dell'11 settembre a Portopalo di Capo Passero, sono sbarcati 59 clandestini, tra cui 14 donne e due bambine, tutti originari dell'Africa centrale. Subito dopo il fermo del mezzo, sono partite le indagini, per individuare gli scafisti. Gli esperti, del gruppo di contrasto, sono molto abili. In questa prima fase riescono ,spesso, ad individuare i "traghettatori" di disperati. Grazie alla lunga esperienza, acquisita sul campo, affiancata dall'analisi dei filmati che sono registrati al momento dell'approccio in mare. Nel caso di questo sbarco, uno dei tanti, la scoperta degli inquirenti è stata sorprendente. Dalle testimonianze dei clandestini stessi, è stato accertato che, durante l'attraversata, tredici immigrati erano stati gettati in mare ancora vivi. Gli interrogatori dei tre arrestati, durante la fase investigativa, portavano all'arresto d'altri due elementi dell'organizzazione che adesso dovranno rispondere d'omicidio plurimo. La cosa che più ha impressionato è stato il racconto dei superstiti che avrebbero affermato che i 13 uomini avrebbero pagato con la vita per placare le ire degli "spiriti maligni" che ostacolavano la navigazione. Il processo contro i cinque africani è ancora in corso. Ma il lavoro del gruppo interforze di contrasto continua anche dopo gli sbarchi, bisogna identificare e inserire nel data-base tutti gli immigrati, la Procura di Siracusa è così un vero punto di riferimento in Italia, la memoria storica. Il coordinatore Carlo Parini è un ottimo fisionomista, avendo contribuito a riconoscere, più volte, clandestini che erano già stati identificati ed espulsi, che tornano con il sistema degli "alias", vale a dire con altri nomi. Poi c'è il lavoro che riguarda i mezzi sequestrati, centinaia, che finiscono nei vari porti d'arrivo, Portopalo, Pozzallo, Lampedusa, Augusta. Queste imbarcazioni "affollano" vaste aree portuali, sono anche un pericolo per l'ambiente circostante, a Lampedusa ,per esempio, è una vera emergenza a causa della contaminazione che, inevitabilmente, rappresentano per l'ambiente. Alcune imbarcazioni, in buone condizioni, equipaggiate con motori funzionanti sono disponibili per essere donate alle associazioni Onlus. Con un protocollo stipulato con l'agenzia delle dogane. Queste imbarcazioni possono essere affidate ad associazioni on-lus che ne fanno richiesta. Bisogna mettersi in contatto con la Procura di Siracusa ,da qualsiasi parte d'Italia. Intanto il lavoro degli uomini del gruppo di contrasto continua, spesso in silenzio, fuori dei riflettori dei media, un lavoro costante, per cercare di arginare una piaga che nessun governo di Destra o di Sinistra ha mai saputo debellare. Perchè occorrono leggi e, soprattutto, determinazione, oltre alle solite parole che spesso si ascoltano da ministri e funzionari davanti alle telecamere. Questi uomini del gruppo interforze di contrasto, impegnati lungo le coste siciliane, quotidianamente hanno bisogno di supporto, mezzi, ma soprattutto di riconoscenza da parte della società civile, per il lavoro silenzioso che compiono a difesa della sicurezza e delle frontiere nazionali. Gianni D'Anna




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