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Crocetta : avviare la "rivoluzione" per il porto di Augusta.
16 aprile 2013 - "I soldi dell'Europa ci sono, ma occorre anche un nuovo management in grado di poter rilanciare il Porto di Augusta, nella paralisi più assoluta almeno da otto anni". Ad affermarlo è il segretario della Commissione Attività produttive all'Ars, Giambattista Coltraro , del Gruppo parlamentare Crocetta. Appare evidente che in vista della scadenza della presidenza dell'Autorità portuale megarese , prevista per il prossimo autunno, si infiamma l'agone politico, in ballo ci sono le nomine ma il futuro del porto e di tutto il territorio provinciale. "Per ottenere in fondi dall'Ue - afferma Coltraro - c'è stato il massimo impegno da parte del presidente della Regione, ma adesso occorre tramutare i fondi in opere infrastrutturali per il porto. I 150 milioni di euro da investire nell'area portuale, in un momento di crisi come questo, possono essere una vera boccata d'ossigeno per l'intera economia megarese che vive una gravissima situazione di crisi. Si tratta dell'ultima chiamata che la città non può perdere". Coltraro afferma, inoltre, di "avere avuto modo di affrontare la vicenda del Porto di Augusta con il governatore e di avere preso in esame la gestione ed il governo dell' Autorità del porto. Non c'è stato nulla di esaltante, né una spinta propulsoria nell'ultimo decennio. Il bilancio non è sicuramente positivo". Giambattista Coltraro sostiene che bisogna guardare al futuro. Un futuro imminente considerando che fra sei mesi (ottobre 2013) scade il mandato della presidenza della Port Authority. "Un'occasione di rinnovo che non può e non deve ricalcare vecchi schemi in cui gli interessi dei partiti hanno sempre affondato le mani, provocando scelte clientelari che non condividiamo. Occorrono professionalità di alto profilo che abbiano competenze nel settore, al di là dell'appartenenza. Insomma, le scelte future dovranno tenere conto delle capacità degli individui chiamati a governare l'Autorità del porto". Per Coltraro il porto di Augusta è "fermo, bloccato, inesistente a livello internazionale, nonostante la posizione strategica e le professionalità. La gestione attuale - prosegue Coltraro - non ha dato i frutti sperati, le infrastrutture sono rimaste quelle che erano, i progetti che recentemente hanno ottenuto il via libera per finanziamenti europei sono vecchi di oltre 30 anni perché è mancata quella programmazione e il coraggio di cambiamento delle strategie economiche che, invece , dovrebbero essere alla base delle iniziative di ogni classe dirigente che è chiamata ad operare in nome e per conto della collettività. Non dobbiamo dimenticare che le sorti di questo porto sono sempre state segnate dalla mancanza d'iniziative valide, perché al politica delle spartizioni ha sempre dato importanza a poltrone e mai alla reale strategia economica internazionale con cui un moderno porto deve fare i conti. Non bisogna dimenticare che i danni sono stati enormi sin dall'inizio, quando i partiti decisero che barando sui numeri delle merci solide bastava aprire alcuni uffici per fare della Port Authority megarese un caposaldo per l'economia vincente. Non è stato così, sin dal primo mandato, i danni sono stati accentuati dai periodi di "passaggio" tra una presidenza e l'altra, ricordiamo che dal 24 novembre 2007 all'ottobre 2009 l'Autorità portuale di Augusta è rimasta priva del presidente ed è stata amministrata da un commissario. Mentre le forze politiche, tra un'elezione e l'altra, prendevano tempo per le nomine di propri candidati. Nel frattempo il porto di Augusta, che per infrastrutture commerciali non ha mai brillato, ha perso diversi treni internazionali :"autostrade del mare", "traffico containers", "area di libero scambio del Mediterraneo". I "corridoi internazionali" passano sempre per altre strade che non portano alla Sicilia. Mentre s'inseguono ancora improbabili traffici containers, altre autorità portuali hanno puntato sulla diversificazione con le crociere, merci varie, passeggeri e trasporto rotabili, recentemente il traffico multipurpose. Hanno aperto i porti alle città e viceversa. Ad Augusta si è preferito fare il contrario. E' stato un errore soffermarsi su progetti Asi vecchi e obsoleti, sopravvivendo con quello che gli operatori portuali sono riusciti a portare con le proprie forze, spesso contrastati da decisioni assurde dello stesso ente portuale o da una burocrazia senza volto. Il porto di Augusta, nonostante l'immensa potenzialità, rimane una risorsa da valorizzare, inutilizzata e antiquata. L'Europa parla di scambi merci e passeggeri, ma per entrare in questi mercati occorrono strategie strutturali e istituzionali più precise. La Regione Siciliana fino al 2004 aveva fatto bene, poi si è distratta. Il porto sta attraversando da parecchi anni un trend negativo, di non crescita di merci liquide stabili e una diminuzione delle merci solide/varie. A questi numeri si aggiunge una diminuzione , nel 2012, degli approdi, un trend negativo che continua anche per il 2013. Da ciò si capisce che c'é l'urgente necessità di intervenire. - 2013 © www.harbours.net
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