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15 giugno 2006 -Rischia di avere conseguenze pesanti per l’economia del porto il mancato avvio dei lavori di bonifica della rada megarese, un caso emblematico. Scade, infatti, domani il termine fissato, dal direttore generale del ministero Ambiente Gianfranco Mascazzini, durante la conferenza di servizi che si è tenuta a Roma il 16 maggio scorso. Ricordiamo che il 7 aprile 2006, a seguito dei risultati degli studi sui fondali del porto affidati all’Icram, era stato siglato l’accordo di programma per la bonifica della rada e la sua riqualificazione ambientale. Le industrie erano ricorse presso il Tar di Catania adducendo la “non responsabilità nell’azione inquinante”, i giudici avevano ritenuto di sospendere l’intervento. In seguito il Cga, ribaltando la decisione dei colleghi del Tar,dava ragione al ministero che impone alle aziende petrolifere gli oneri della bonifica. Ancora oggi pare non sia stato presentato, come richiesto, il piano degli interventi, questo potrebbe significare l’entrata in vigore di misure di limitazione della navigazione, durante gli ormeggi e i disormeggi ai pontili o altre azioni per evitare che i sedimenti inquinati, dai metalli pesanti, possano essere smossi durante il transito delle navi. Una simile evenienza il ministero l’ha adottata con il sito inquinato del campo sportivo Fontana, chiuso da parecchi mesi. “Tutto tace da parte delle industrie – afferma Enzo Parisi, vicepresidente regionale di Legambiente – Abbiamo chiesto invano un tavolo di confronto per discutere sulle modalità dell’intervento per evitare che venisse usato un metodo che eviti di rimettere in circolo le sostanze inquinanti rimosse dai fondali”. Nell’ambiente portuale intanto c’è preoccupazione per eventuali azioni che finirebbero per danneggiare una situazione già messa a dura prova dal prolungato fermo della raffineria Erg dopo l’incendio. “Al momento – afferma Giancarlo Russo comandante della Capitaneria – non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficilae dopo la conferenza di servizi a cui ho partecipa Roma. Bisogna, comunque trovare una soluzione equilibrata che salvaguardi l’attività portuale ,già provata, e l’ambiente”. Intanto il sindaco Massimo Carrubba, nei giorni scorsi, ha chiesto alle industrie “una ricognizione sulla bonifica dei siti inquinati” sollecitando “una relazione ed un cronogramma sullo stato di avanzamento delle attività di messa in sicurezza e riqualificazione”. Gianni D’Anna
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