Augusta e Catania: arrestati quattro scafisti
14 maggio 2014 - Individuati e fermati ieri sulla banchina delll'area commerciale di Augusta due presunti scafisti di nazionalità eritrea che, secondo il personale del Gruppo interforze di contrasto, avevano organizzato ed effettuato la traversata dalle coste libiche nei pressi di Tripoli a quelle italiane. Al termine delle indagini, gli scafisti sono stati accompagnati e ristretti presso la Casa Circondariale di Cavadonna a Siracusa.
Un totale di 391 migranti sono stati recuperati/soccorsi e trasferiti nel porto di Augusta. I migranti erano imbarcati su 5 gommoni e recuperati da nave Sirio della Marina Militare Italiana in collaborazione con altre unità navali della Guardia Costiera e dalla nave mercantile panamense Makaria, intercettati nelle acque a sud di Lampedusa, quando è stato rilanciato l'allarme per un naufragio davanti alle coste Libiche. Difficili e rischiose sono state le operazioni di recupero, che hanno riguardato i gommoni, tutti in precarie condizioni di galleggiabilità e carichi di donne, uomini e bambini di varie nazionalità, che grazie alla professionalità del personale militare della Marina Italiana, della Guardia Costiera e della gente di mare intervenuta, ha permesso di mettere in salvo.
Le indagini sono state immediatamente attivate già dal momento di ciascuna intercettazione, con immagini e video.Dopo l'arrivo in porto il personale GICIC, in collaborazione con il Legad e del personale dello Staff di COMGRUPNAV 29 opportunamente imbarcato a bordo di nave San Giorgio, sono proseguite a lungo e con non poche difficoltà. L'attività investigativa del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione coordinata dal Sostituto Commissario della Polizia di Stato - Ufficio Polizia di Frontiera Marittima di Siracusa Carlo Parini, in linea con l precise direttive del Procuratore Capo della Repubblica di Siracusa Francesco Paolo Giordano e in stretta collaborazione con il PM Antonio Nicastro, in collaborazione con le altre forze dell'ordine presenti sulla banchina, ha permesso di individuare e procedere al fermo dei due scafisti.
A Catania due presunti scafisti del naufragio nel Canale di Sicilia, in cui sono morti almeno 17 migranti, sono stati fermati dalla squadra mobile della Questura etnea, per loro l'accusa è più grave perché è scattata l'aggravante di omicidio volontario plurimo.Il provvedimento, eseguito dalla polizia la notte scorsa, è stato firmato dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Monia Di Marco. I due sono arrivati nel porto di catania assieme al gruppo di superstiti del tragico naufragio. Secondo l'accusa, i due avrebbero bloccato i motori, poco lontano dalla costa libica, in acque internazionali, per chiedere soccorso. Secondo la ricostruzione fatta,anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, i due hanno causato un danno all'imbarcazione che avrebbe cominciato a imbarcare acqua. Lo spostamento dei migranti a bordo alla ricerca di un posto per evitare di cadere in mare ha fatto rovesciare il barcone.
Nel tragico naufragio due fratellinin eritrei sonom rimasti orfani ma non lo sanno ancora. I genitori sono morti, assieme ad altri due fratellini, maschio e femmina, annegati durante il naufragio. Ad accudire i due piccoli sopravvissuti, 8 e 11 anni, è la cugina della donna deceduta, che i bambini chiamano zia. E' lei che ha raccontato ai soccorritori la storia drammatica vissuta dai due minori e che continua a dire ai due bimbi che non ha notizie dei genitori e dei fratelli. Gianni D'Anna -2014 © www.harbours.net