Augusta : sbarcano 1170, arrestati 4 scafisti
May, 2nd 2014 - After a decade of direct experience, now we would like to help two colleagues coming from Tunisia to understand the migration problem. checking with their own eyes the situation at the arrival of this huge mass of migrants. The magazin New Internationalist's reporter Tim Baster could ask for, watch and describe its readers the planet migration seen directly from the pier in Augusta . The photographer Isabelle Merminod, engaged in the humanitarian world, noted how difficult is to remove from the eye the consciousness of an indiscreet camera framing Syrian women and children landed on the platform of a land that does not accept them as human beings, but instead, look at the color of their skin with discomfort. We were happy to help Tim and Isabelle to tell their readers the universe refugees.
2 maggio 2014 - Ad Augusta in due giorni sono sbarcati in 2500. Solo oggi 827 uomini,104 donne e 239 minori. Anche stamattina in quattro sono stati fermati con l'accusa d'istigazione all'immigrazione irregolare : Muhammad Nawali,27 anni,del Gambia; Bubakar Bayar, 19 anni, del Senegal; Yamel Bayar, 43 anni e Tarik Bayar, 22 anni, rispettivamente padre e figlio di nazionalità tunisina. Quest' ultimo caso a dimostrazione che la tratta dei migranti è diventata un affare florido e per molti un "mestiere", un'occupazione stabile per le famiglie del Nord-Africa.
A inchiodarli al loro ruolo di "traghettatori" le indagini svolte a bordo, nella notte, dagli uomini del Gruppo interforze per il contrasto dell'immigrazione della procura di Siracusa, coordinati da Carlo Parini. Gli esperti si sono imbarcati quando la nave era ancora in mare aperto per svolgere meglio le minuziose indagini, raccogliere le testimonianze, un lavoro difficile a causa della diffidenza dei profughi. Per tale ragione del gruppo fanno parte alcuni consulenti/mediatori culturali di lingua araba.
Per loro è più facile entrare in "contatto" con i migranti, essendo originari del Nord - africa e quindi a conoscenza di usi e costumi, linguaggi e situazioni varie comuni al mondo dei migranti. Grazie all'opera del Gicic della Procura di Siracusa, veterano dei flussi migratori, il personale imbarcato della Polizia di frontiera del Viminale, uomini e donne, riescono a incrociare foto segnaletiche, nomi e nazionalità, per ricomporre un puzzle che, spesso, inevitabilmente, porta al fermo degli scafisti, come in quest'ultimo caso.
I quattro sono stati sbarcati sulla banchina e portati via dalle auto di Carabinieri e Guardia di Finanza, trasferiti prima alla Caserma dell'Arma di Piazza Carmine e successivamente nel carcere di contrada Cavadonna a Siracusa. Le indagini non si sono concluse, si cercano altri scafisti, considerando che nave San Giorgio ha raccolto i migranti che occupavano nove diverse imbarcazioni, mancherebbero all'appello altri cinque uomini dell'organizzazione che si sta arricchendo alle spalle di migranti e dell'Italia.All'arrivo un migrante è stato sbarcato in barella e trasportato all'ospedale Muscatello, dove è arrivato con i tipici sintomi della disidradazione e in stato febbrile. Il minore in serata è stato dimesso dopo accurati controlli sanitari.
Questa volta a bordo e sulla banchina abbiamo visto persone esauste, ma non solo tra i migranti. Anche il personale militare, forze dell'ordine e volontari, tutti impegnati in questa continua emergenza, inizia a dare segno di stanchezza. Da ottobre ,quotidianamente, per loro non c'è tregua, giorno e notte. Turni massacranti a bordo per personale militare e civile imbarcato, il lavoro di prima identificazione lo svolgono gli appartenenti alla Polizia di frontiera, i controlli medici del personale medico militare della Flag-ship di "Mare Nostrum" e dei volontari dell'associazione Rava.
Poi una volta giunti a destinazione, aperto il portellone, è il turno delle forze dell'ordine in attesa sulla banchina, volontari della protezione civile e organizzazioni sanitarie. Tra click di fotoreporter e servizi video in diretta e registrati. Ma come si fa a spiegare tanto impegno e tanta disperazione, in un servizio video di due minuti? Non basterebbe una giornata intera. Poi ci sono le solite notizie spazzatura che circolano sui social network, la solita bagarre tra santoni del razzismo strisciante, quelli convinti e altri che invece guardano con preoccupazione ma sono più razionali. Il circo social è completato da guru locali, protagonisti a tutti i costi, primi della classe, presenzialisti del network, alcuni come moderni untori lanciano notizie su imminenti catastrofi sanitarie. Il tutto condito da linguaggio ai limiti della civiltà e dell'educazione, un popolo border-line che vede nella tastiera del PC una ribalta inesauribile.
Questa volta abbiamo aiutato a capire il fenomeno migrazione, dopo un decennio di esperienza diretta, anche a due colleghi stranieri, arrivati dalla Tunisia per vedere con i loro occhi cosa succede all'arrivo di questa enorme massa di migranti in movimento. Il reporter Tim Baster ha potuto chiedere, guardare e descrivere ai suoi lettori il pianeta migrazione visto dalla banchina di Augusta, la fotografa Isabelle Merminod, impegnata nel mondo umanitario, ha constatato come sia difficile staccare la coscienza dall'occhio indiscreto della macchina fotografica che inquadra donne e bambini siriani sbarcati sulla banchina di una terra che non li accetta come essere umani ma che ,invece, guarda al loro colore della pelle con senso di fastidio. Siamo stati felici di aiutare Tim e Isabelle a raccontare ai loro lettori l'universo profughi.
Per finiere non dimentichiamo il dibattito aperto e le polemiche sulla disorganizzazione, su un'emergenza che è diventata normalità quotidiana, mancanza di strutture e fondi, una macchina dell'accoglienza sgangherata che è data in pasto sui media nazionali, mentre l'Europa appare sempre molto, troppo, distante dalle coste sud-orientali della Sicilia che poi sono la frontiera Sud di un'Europa invisibile e impegnata solo ed esclusivamente sul fronte economico-finanziario. Mentre l'invasione è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno lo ammette. Gianni D'Anna -2014 © www.harbours.net