PortoPalo di Capo Passero
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PORTOPALO,ANCORA UN MAXISBARCO, ARRIVANO IN 249




Portopalo, 30 marzo 2009 - Arrivano in 249, di cui 30 donne, soccorsi e trainati in porto dalle motovedette della Guardia Costiera di Pozzallo e Portopalo, individuato lo scafista, si tratta di un giovane Somalo a conferma di una pista che porta al Corno d'Africa. Poco prima un'altro barcone si era spiaggiato a Scoglitti , con un fuga nella notte, a cui è seguita l'azione di contrasto che ha portato ad individuare 165 extracomunitari, tra i quali 25 donne e cinque bambini, rintracciati lungo il litorale ragusano e radunati dalle forze dell'ordine che pare hanno individuatoa anche il presunto scafista un egiziano. Sono in corso le indagini del Gruppo di contrasto per risalire ad altri uomini dell'organizzazione. Si tratta del quinto sbarco in pochi giorni sulle coste sud-orientali della Sicilia, il terzo sbarco in un solo giorno. Negli ultimi due giorni un totale di 633. Il copione è sempre lo stesso alle 22.30 di ieri sera arriva una sehgnalazione da parte delle autorità maltesi. Dalla Direzione marittima di Catania parte l'ordine di intervento per le motovedette CP 2203 dell'ufficio locale marittimo di Portopalo e CP 888 e 2113 della Capitaneria di porto di Pozzallo, allertata anche la motovedetta G 105 Belleli della Guardia di Finanza. L'imbarcazione viene segnalata, sempre tramite telefoni satellitari, con precisione geografica, a 18 miglia a Sud dell'isola di Capo Passero. Equipaggi già allertati, oramai sembra essere diventata una prassi normale, una sera si e una no, c'è da lavorare. Dopo circa mezz'ora dalla segnalazione i tre mezzi arrivano in zona ed iniziano il monitoraggio del imbarcazione con a bordo i clandestini. I primi momenti sono importanti per capire chi potrebbero essere gli scafisti dell'organizzazione che mantiene su questo traffico continuo. Poco prima della mezzanotte le unità giungono nel porticciolo di Portopalo dove era stato approntato il solito meccanismo di accoglienza: primi accertamenti sanitari, controlli e identificazione, il trasporto verso il pallone tensostatico di Rosolini. Se non arriva al più presto una decisa azione di contrasto da parte del governo Berlusconi la situazione rischia di trasformarsi in una grave emergenza. Come previsto da un recente studio di Frontex l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, che ha indicato la costa Sud-orientale come prossima meta preferita dell'organizzazione, dopo il ridimensionamento di Lampedusa a causa di un incendio che ha semidistrutto una delle palazzine del centro di accoglienza. Bisognerà capire se quella sia stata un'azione premeditata per mettere fuori uso il centro di Lampedusa in maniera da fare i flussi direttamente in Sicilia. Una cosa è certa il personale del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina della Procura di Siracusa,di cui fanno parte marina militare, capitanerie, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia e Vigili urbani, è sotto pressione, non possono reggere a lungo una così alta mole di lavoro, con i pochi mezzi a disposizione, basti pensare che tutta l'attivita losistica e di investigazione viene svolta in una stanzetta di poco meno di dieci metri quadrati, tra faldoni di documenti e foto segnaletiche. Turni massacranti, sempre pronti in allerta, le segnalazioni arrivano a qualunque ora e in qualunque giorno della settimana. Così come il personale delle motovedette dei vari corpi impegnati in quella che appare una vera e propria emergenza umanitaria. Sembra ovvio che gli accordi diplomatici del governo nazionale non hanno sortito l'effetto sperato, il flusso migratorio, dopo una pausa di alcuni giorni, è ripreso incessante. Un discorso a parte per i problemi logistici, non è un mistero, infatti, che i tagli ai fondi del ministero della Difesa stanno creando parecchi problemi alla macchina dei soccorsi, problemi di rifornimento carburante e manutenzione ai mezzi navali. Ricordiamo che l'arsenale di Augusta, il porto da dove partono le unità di pattugliamento di controllo dei confini e guardia pesca, da mesi non riceve il regolare flusso di finanziamenti governativi, le navi operative, che hanno bisogno di maggiore manutenzione, rischiano di rimanere in banchina nella migliore delle ipotesi o in mare. Una situazione molto delicata che coinvolge migliaia di uomini e donne impegnati in compiti di salvaguardia della vita umana in mare, chiamati ad operare , spesso in condizioni metereologiche difficili. Fino a quando dovrà continuare questa giostra? Fino a quando i mezzi dei vari corpi dovranno continuare a fare da "croce rossa" del mare? A Roma ,oltre a discutere di massimi sistemi politici e allenaze, a litigare e rinfacciarsi responsabilità, sanno ciò che accade nella periferia del paese? Se si, cosa stanno facendo concretamente perchè venga messa la parola fine al traffico di vite umane di cui, inevitabilmente, rischiano di diventare complici? Sono domande a cui bisognerebbe dare una risposta adeguata. Gianni D'Anna

FRONTEX
ha il compito di coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri in materia di gestione delle frontiere esterne; assistere gli Stati membri nella formazione di guardie nazionali di confine, anche elaborando norme comuni in materia di formazione; preparare analisi dei rischi; seguire l’evoluzione delle ricerche in materia di controllo e sorveglianza delle frontiere esterne; aiutare gli Stati membri che devono affrontare circostanze tali da richiedere un’assistenza tecnica e operativa rafforzata alle frontiere esterne; fornire agli Stati membri il sostegno necessario per organizzare operazioni di rimpatrio congiunte.





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